La potenza evocativa dei colori, la assaporo con gli occhi, con il gusto e persino con il tatto; le dita scorrono sul foglio, sfiorano i tagli della carta, un viaggio sensoriale che l’arte sa regalare con intensa bellezza.

Questo sito è uno spazio dove l‘arte, la cultura e i colori raccontano le emozioni e le sfumature dell’essere

Ciò che mi preme è suscitare nell’osservatore un “moto dell’anima” perché possa andare oltre la realtà apparente.

What I care about is to raise a motion of the soul in the viewers so that they can go beyond the apparent reality.

Works

Cosa dicono di me

“Artista eclettica, Daniela Padelli si muove agilmente tra i territori di confine che separano, ma rendono anche complementari, figurazione e astrazione. Un binomio di non facile intreccio. Si possono seguire con attenzione attillate ed eleganti figure femminili di sapore boldiniano e, nel contempo, smarrirsi in partiture di puro colore prossimo a rarefarsi nelle quali protagonisti sono i colori caldi e freddi che affiorano dal bianco del foglio. In altre tele a dominare sono i monocromi un bianco e nero nei quali si profilano sagome di città, riflessi e rifrazioni di sagome immaginarie.”

“Daniela esprime attraverso l’arte la sua passione per la matematica, ma l’affermazione può essere tranquillamente invertita, anche se in proporzioni diverse. Quello che emerge, sicuramente, è la potenza di fuoco delle macchie di colore, acquerellate o chinate, rilasciate su supporti cartacei di varia tipologia e grammatura, di piccole dimensioni, costellate da numeri e simboli matematici impressi in dissolvenza o sfumatura; che forniscono un impatto visivo che trasmesso al cervello, viene da questi immediatamente elaborato in emozioni; che sono peculiarità dell’artista come del matematico, del creativo solo apparentemente ascientifico, come dello scienziato che crede di essere totalmente dipendente dai calcoli, senza esserlo.”

“Daniela Padelli si distingue per un approccio metaforico.
I suoi quadri sono visioni delle montagne attuali, ma filtrate e artisticamente trasfigurate attraverso il ricordo del passato, quindi reinterpretate attraverso emozioni e sensazioni di una viaggiatrice, come uno spazio dell’anima. Questo spazio è ridefinito geometricamente da cinque poliedri di roccia.”

““…… E’ soltanto nelle misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica”, affermò Jhon Nash in occasione del conseguimento del Nobel per l’economia che dedicò alla moglie, discorso reso celebre dal film A Beautiful Mind. Daniela Padelli è riuscita a mutare in forme visibili i rapporti matematici della geometria frattale, espressione delle dinamiche regolatrici di ogni fenomeno. Con la leggerezza di tratti in realtà incisivi e analitici, ogni sua opera è rivelazione di una parte del tutto, un frammento di una dimensione universale ma nel contempo intimista. Un linguaggio che si avvale della capacità di comunicare l’essenza con sensibile ricerca estetica.”

Daniela Padelli, già docente di matematica, si è dedicata all’arte con perspicace sensibilità approdando all’astrattismo quasi in parallelo alle teorie scientiste; le sue opere sono carezzevoli abissi rosa che cambiano in verde (vedi opera Suggestione velina 2), oppure omaggi pittorici a Piet Mondrian o Theo van Doesburg che con il loro neoplasticismo, pittura nell’ambito dell’astrattismo geometrico simile a una operazione matematica, è tanto cara all’autrice.”

“…….l’arte di Daniela Padelli non è affatto casuale è una ricerca attraverso la geometria frattale che la porta all’astrattismo, ricerca sorretta da cognizioni matematiche che la portano a uno stile pittorico originale e assolutamente personale. La pittrice si discosta con coraggio in questa serie di dipinti chiamati “Untitle ispirazioni frattali”, dalla pittura da lei usata in passato, prevalentemente paessaggistica, per tuffarsi, ardita e ispirata nella corrente informale (tendenza pittorica affermatasi all’inizio degli anni 50 in Giappone con il movimento Gutai di Sumi). La tematica delle opere di Daniela, priva di significati evidenti, è il rifiuto della forma, è surreale, è onirica, è una conquista di libertà. L’artista utilizza colori tenui in una spirale di macchie che si rincorrono senza fine in ritmi circolari, in vortici che sembrano voler uscire dai confini cartacei, talvolta strappati, quasi mutilati, con rabbia e dolore.”